Raccolta funghi
Come molti sapranno, la crescita dei funghi è legata alla stagionalità (primavera e autunno), alla quantità di pioggia caduta e a tanti altri fattori microclimatici, come ad esempio temperatura diurna e notturna, presenza o assenza di vento, ecc.
Per le sue caratteristiche morfologiche e climatiche l'apppennino tosco-emiliano rappresenta un habitat naturale per la crescita di funghi di tutte le specie, dai prugnoli alle spugnole, dai galletti all’ovulo buono, dai chiodini ai prataioli e soprattutto i porcini.
Secondo gli esperti le condizioni ideali per la nascita dei porcini sono infatti le seguenti: un’abbondante pioggia distribuita regolarmente (troppa acqua tutta insieme di solito preclude la nascita dei funghi); dopo la pioggia occorrono alcune giornate di sole pieno in modo che il terreno possa ribollire; non deve esserci troppo vento secco nei giorni successivi alla pioggia (molto buono è invece il vento umido), altrimenti potrebbe asciugare il terreno bloccando la nascita.
Se queste condizioni si verificano bisogna poi attendere almeno 10-12 giorni prima che i funghi compaiano nel bosco. L’umidità ottimale per una buona crescita è dal 60 al 90%, ma anche valori inferiori, soprattutto di giorno, sono da considerarsi buoni. Fondamentale è poi la temperatura, soprattutto quella del terreno, che nel bosco non deve scendere sotto i 6° per la minima e non deve superare i 30° di massima.
Per quanto riguarda le regole, va precisato che in Emilia-Romagna è consentito andare a funghi solo con il tesserino (di validità giornaliera, settimanale, mensile o semestrale), proprio perché una raccolta non corretta o indiscriminata può arrecare gravi danni alla vita e alla riproduzione di questi organismi e, di conseguenza, all´equilibrio degli ecosistemi dei quali sono parte vitale e insostituibile ed è molto pericoloso, innanzitutto per la propria salute, improvvisarsi conoscitori di funghi, dal momento che ne esistono specie velenosissime. Per questo è fondamentale evitare sempre la raccolta di funghi di specie non conosciute e, se non si è certi della commestibilità del proprio raccolto, effettuare un controllo presso gli Ispettorati Micologici dell’Azienda Sanitaria Locale.
Ciò che poi è importante sapere, come ricorda anche il vademecum appositamente predisposto dal Corpo Forestale dello Stato, è che il raccolto giornaliero non deve superare i tre chili per persona, che non bisogna utilizzare rastrelli o uncini che possano danneggiare il micelio e che i funghi raccolti devono essere trasportati in contenitori rigidi ed areati, poiché l’utilizzo di sacchetti di plastica non permette la diffusione delle spore fungine nel bosco e la mancanza di areazione causa il deterioramento del prodotto.
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